Le presenti note, approvate dai Sovrani Gran Maestri dei Quattro Ordini che attualmente costituiscono la F.M.I. hanno lo scopo di offrire a tutti coloro che, a vario titolo, si interessino di Martinismo, una corretta interpretazione della verità dei fatti ed un quadro reale ed oggettivo della attuale situazione del Martinismo Italiano. La storia ci insegna che fino al 1972 esisteva in Italia un unico Ordine Martinista. Quello che porta, cioè, tale nome e che è attualmente, con il S.G.M. Arturus (S.R.R.P.), parte integrante della F.M.I. Tale Ordine nel 1962 con il Convento di Ancona, era riuscito a riportare nel Suo seno anche l’Obbedienza degli Eletti Cohen dell’Universo, il Cui Gran Maestro era il Fratello Hermete, al secolo Ivan Mosca.

Nel 1965 l’O.M. (Ordine Martinista) aveva ricevuto il formale riconoscimento dall’Ordre Martiniste Universel, in virtù del Trattato di Amicizia firmato a Venezia dal Figlio di Papus, Philippe Encausse (Jean S:::I:::I:::), e dal Gran Maestro dell’Ordine Martinista, Ottavio Ulderico Zasio (Artepius S:::I:::I:::)

Nel 1972 l’O.M. subì una diaspora promossa dal G.M. Aggiunto Nebo S:::I:::I::: (al secolo Francesco Brunelli) con conseguente creazione dell’Ordine Martinista di lingua italica, poi denominato Ordine Martinista Antico e Tradizionale (O.M.A.T.) ed infine Ordine Martinista Universale (O.M.U.), denominazione voluta dal Fratello Giovanni Ananiel (al secolo Fabrizio Mariani) e a tutt’oggi mantenuta da Quello che è attualmente il più numeroso tra gli Ordini di discendenza “brunelliana”.

Il Gran Maestro per la Francia e per i paesi associati (ben 37 in tutto il mondo) NON riconobbe tale “diaspora”, continuando a considerare l’Ordine Martinista (all’epoca guidato dal Fratello Aldebaran, al secolo Gastone Ventura) l’UNICO Ordine Martinista regolare presente in Italia.

Da quel primitivo “Ordine Martinista di lingua italica” della iniziale diaspora brunelliana sono “gemmati” in appena 43 anni la bellezza di TREDICI ordini Martinisti, alcuni numericamente consistenti (O.M.U. ed O.M.E.C.) altri costituiti da pochissimi elementi (in alcuni casi solo da qualche unità). Si può agevolmente rilevare, anche semplicemente consultando siti, blog, pagine fb di tali “Ordini” che essi sono sorti, nella maggior parte dei casi, per vera e propria “partenogenesi” e poichè le motivazioni non sono offerte in modo chiaro, potrebbe nascere il sospetto che in diversi casi, si tratti del semplice desiderio di essere il primo in un villaggio, che non il secondo a Roma, come Caio Giulio Cesare ci insegna!

L’Ordine Martinista, viceversa, ha negli anni subito solo qualche fisiologica “micro diaspora”: nel 1981 il Fratello Gaspare Cannizzo (Arjuna S:::I:::I:::) non accettando l’elezione a Gran Maestro del Fratello Vergilius S:::I:::I::: (al secolo Sebastiano Caracciolo) uscì dall’Ordine creando una Sua Obbedienza, oggi quasi completamente sparita dalla scena.

Nel 2013, a seguito dell’elezione a Gran Maestro del fratello Arturus, quale Successore del defunto Caracciolo, uno sparuto gruppo di Fratelli, dopo un maldestro tentativo d’usurpazione, si pose fuori dall’Ordine Martinista creando un “micro Ordine Martinista” del quale, peraltro, ci sono poche e contraddittorie notizie.

Nel 2014, il Gran Maestro Arturus, dopo aver rinnovato il Trattato di Amicizia con L’Ordine dei Cavalieri di Cristo (G.M. Remi Boyer) e con L’Ordine Martinista Egizio (ex Ordine Martinista Martinezista G.M. Apis S:::I:::I:::) entrambi di discendenza da Philippe Encausse, si incontrò con lo stesso Apis (che è italiano anche se l’Ordine di Cui è a capo è di origine franco-canadese) e con Altri Gran Maestri italiani (tra cui Orpheus S:::I:::I::: G.M. dell’Ordine Martinista Mediterraneo di Discendenza Cohen, Filiazione Valentino di Fabio, Figura storica del Martinismo Italiano) allo scopo di tentare un Fraterno riavvicinamento tra i vari Ordini Martinisti che, a vario titolo, operano in Italia. Si avviarono pertanto i contatti con tutti gli Ordini Martinisti e si addivenne alla decisione di celebrare un grande Convento a Padova, il 27 settembre del 2014.

Quasi tutti gli Ordini invitati aderirono; fece eccezione l’O.M.E.C. Il cui Gran Maestro Aaron S:::I:::I::: comunicò che, a seguito di un deludente tentativo di dialogo con altri Ordini Martinisti promosso a Sorrento, alcuni anni prima, il Collegio dei Superiori Incogniti Iniziatori di Quell’Obbedienza aveva deciso, per il momento, di non intraprendere alcun contatto con nessun altro Ordine. Il 27 settembre i Gran Maestri dell’Ordine Martinista, Ordine Martinista Egizio,Ordine Martinista Mediterraneo, Convivium Gnostico-Martinista, Antico Ordine Martinista, L’Unione Martinista, Ordine Martinista Tradizionale (da non confondere con l’omonimo Ordine dell’A.M.O.R.C.) sottoscrissero la lettera di intenti del Martinismo Italiano dando vita alla F.M.I. (Fratellanza Martinista Italiana); tale lettera di intenti la rendiamo nota pubblicandola qui sotto.

L’O.M.U. Che aveva inviato una propria qualificata rappresentanza al Convento guidata dal Suo G.M. Aggiunto dichiarò, per bocca del medesimo, di non poter firmare alcuna lettera di intenti ed alcun protocollo senza il preventivo parere del Collegio dei S:::I:::I::: già indetto per la fine del successivo mese di ottobre. Appariva chiaro e per questo abbiamo pubblicato integralmente il Documento in modo che chiunque possa rendersene conto, che la F.M.I. non intendesse minimamente proporsi come “Sovrastuttura Martinista” atteso che venne precisato “il più assoluto rispetto per le peculiarità del patrimonio docetico di ciascun Ordine e la assoluta sovranità ed indipendenza dei singoli Ordini associati”. Parimenti fu specificata al primo punto “la comune convinzione che il Martinismo moderno derivi dalla fondazione dell’Ordine Martinista operata da Gerard Encausse (Papus) Nostro Primo e Comune Gran Maestro”. Venne altresì specificato che alle Sorelle veniva riservata “pari dignità di ACCESSO iniziatico” che è COSA BEN DIVERSA dal dire “Tutti gli Ordini Martinisti aderenti alla F.M.I. avrebbero dovuto garantire la concessione dei Poteri Iniziatici alle Sorelle”; anche perchè, come dovrebbe essere ben noto ad un qualsiasi Martinista il S:::I:::I:::,  non è definibile come “grado” essendo ESCLUSIVAMENTE una funzione concessa ad alcuni Superiori Incogniti. Del resto, se si sottoscrive l’impegno a mantenere il più assoluto rispetto per le peculiarità del patrimonio docetico di ciascun Ordine e la assoluta sovranità ed indipendenza dei singoli Ordini associati”, ben sapendo che L’Ordine Martinista non concede i Poteri Iniziatici alle Sorelle, si accetta automaticamente “lo status de quo” e la logica conseguenza che soltanto quell’Ordine potrà, eventualmente, assumere in futuro una scelta diversa, solo a seguito di UNA INTERNA VALUTAZIONE del Collegio dei S:::I:::I::: di QUELL’ORDINE, autonomamente e liberamente assunta e deliberata.

Appariva inoltre evidente che l’ipotesi di una riunificazione del Martinismo Italiano in un unico Ordine, potesse porsi unicamente come un ideale e molto futuro auspicio, atteso che il documento si concludeva con la presa d’atto da parte delle Gran Maestranze dell’esistenza di forti differenze formali (e aggiungiamo Noi anche sostanziali) tra le varie anime del Martinismo Italiano.

Arturus, Apis ed Orpheus osservarono in effetti, durante lo svolgimento del Convento alcune “stravaganze” da parte di alcuni Ordini presenti, tra cui si può accennare, a titolo di esempio, quelle riguardanti la mancanza di simboli fondamentali del Martinista, come: il cappuccio/maschera, il cordone/sciarpa, il pantacolo; quindi abbigliamenti con le fogge più stravaganti, improbabili posizioni di ordine estremamente fantasiose, allocuzioni prive di qualsiasi reale aggancio con la Tradizione Martinista e molto altro ancora. Poiché la pazienza e l’amorevolezza sono doti di un vero Martinista, ancor di più a ragione, un Gran Maestro ha il dovere di coltivarle; così, si decise di soprassedere e, appunto, di pazientare, nella speranza di poter ricondurre tali Fratelli e Sorelle ad una migliore Regolarità Martinista che Essi, per le ragioni storiche sovra esposte, non avevano, con tutta evidenza mai conosciuto. Infatti, non a caso uno dei punti cardine sottoscritti, riguardava la necessità prioritaria di recuperare (per quanto possibile) le indicazioni originali di Papus che sarebbero divenute la piattaforma di base su cui tentare di ricostruire quanto ritenuto necessario da tutti. Programma condiviso anche dall’O.M. che utilizza rituali e vademecum più o meno identici a quelli già esistenti ai tempi di Cancellieri nel 1910, a Roma (quindi con lo stesso Papus vivente).

Certamente fu commesso un errore: quello di non pretendere dagli altri “Ordini” l’esibizione di credenziali (Lettere Patenti, Atti di successione, etc.) che del resto Arturus, Apis ed Orpheus avevano già provveduto a scambiarsi tra di Loro! Purtroppo, quando si iniziò, inevitabilmente, ad insistere su tale argomento, iniziarono i primi problemi: così, ad esempio, venne fuori che uno di tali “Ordini” era praticamente virtuale, ovvero costituito da solo tre-quattro Fratelli, tanto da assonnarsi circa un mese dopo il Convento, conseguenzialmente uscendo dalla F.M.I. Poi un altro Ordine, il Cui Fondatore era deceduto pochi giorni prima del Convento, implose per proprie problematiche interne, decidendo a sua volta di abbandonare la F.M.I. che pertanto, due mesi dopo la Sua costituzione risultava essere composta da cinque e non più sette Ordini. Quindi il G.M. di uno degli Ordini “superstiti” iniziò a pubblicare una serie di assurdità affermando, in barba a quanto da lui stesso sottoscritto (vedi documenti sotto) che “L’Ordine Martinista era stato FONDATO (sic!) da Louis Claude de Saint-Martin (che, come chiunque sia minimamente orientato nello spazio e nel tempo sa benissimo, tutto voleva fare tranne che fondare un Ordine) o adirittura da Martinez de Pasqually dalle cui Dottrine Saint-Martin si era totalmente distaccato ancor prima della morte del Suo Primo Maestro! Questo vivace Fratello iniziò anche a negare la centralità cristiana del Martinismo (sempre da lui sottoscritta con la propria firma) ed a lanciarsi in una autentica crociata per la concessione dei Poteri Iniziatici alle Sorelle attaccando, ripetutatamente, l’Ordine Martinista reo, secondo costui di “oscurantismo medioevale”, ottenendo il solo risultato di far dubitare il Gran Maestro Arturus della bontà del progetto della F.M.I.

Il Fratello Apis, in funzione delle esperienze iniziatiche vissute con l’opzione femminile e con l’intento di rasserenare gli animi, cercò di spiegare che il Proprio Maestro ed Iniziatore, Philippe Encausse il Cui Ordine decise di concedere i Poteri Iniziatici alle Sorelle già nel lontano 1951, sottoscrisse, nel 1965 un Trattato di Amicizia con l’Ordine Martinista BEN SAPENDO CHE TALE ORDINE NON CONCEDEVA I POTERI INIZIATICI ALLE DONNE!

Apis che oltre che G.M. dell’Ordine Martinista Egizio è anche, in virtù della storica vicinanza Fraterna tra i Due Ordini, anche Membro del Collegio dei S:::I:::I::: dell’Ordine Martinista, cercò anche di far comprendere a quel Fratello che, negli anni, oltre alle molteplici delibere contrarie del Supremo Collegio dei SS:::II:::II:::, SONO STATE PROPRIO  LE STESSE SORELLE S:::I::: dell’O.M. a dichiarare a più riprese la propria indisponibilità ad assumere  i Poteri Iniziatici, in quanto per prime ritengono completamente errata tale ipotesi: ciò in virtù delle specifiche peculiarità di quell’Ordine che vanno rispettate in quanto Ordine Sovrano e, ci permettiamo di aggiungere, in quanto Figlio Primogenito del Martinismo Italiano!

Si appurò poi che tale “vivace” Fratello era solito concedere i Poteri Iniziatici anche A DISTANZA DI POCO PIU’DI TRE ANNI DALLA ASSOCIAZIONE (contro una media di circa 10-15 anni), tollerando inoltre insulti ed aggressioni che alcuni di questi suoi “velocisti” effettuavano nei social-network a danno di Sovrani Gran Maestri di Altri Ordini Martinisti! Inoltre alcuni “noti” e (ben poco) “stimati” personaggi di frangia del Martinismo italiano, subito dopo il Convento di Padova presero a sparare a zero contro la F.M.I. prendendosela soprattutto con alcuni dei suoi promotori, forse “rei” di non averli invitati a Padova BEN RICORDANDO LA LORO USCITA CON INDEGNITA’ DALLA CATENA DELL’ORDINE MARTINISTA, AVVENUTA NEL 2007!

Alcuni degli aderenti alla F.M.I., lungi dal fare quadrato attorno alla Fratellanza DA LORO STESSI CREATA, iniziarono il solito giochino italota noto come “politica dei due forni” (che talvolta diventano anche due, tre, quattro, conque, etc.) contestualmente vagheggiando di improbabili e stravaganti “fusioni”, “assorbimenti” tra Ordini, etc.!

Inoltre, se si tiene conto che una vistosa differenza d’anzianità nelle funzioni d’Iniziatore, se correttamente vissuta, può non corrispondere solo ad un superficiale aspetto di estensione temporale, ma bensì ad un concreto consolidamento di quei valori e di quella personalità che il percorso martinista suggerisce e favorisce, si potrebbe giungere alla conseguente, logica, presa d’atto, che alcuni punti di vista dei più anziani nel ruolo iniziatico più elevato, vadano sempre accolti con la dovuta, prudente, attenzione.

Finì, ovviamente, come doveva finire: Apis, Arturus ed Orpheus, si limitarono a prendere atto della impossibilità di stabilire un rapporto costruttivo con questo vivace Fratello. Dopo ripetute minacce di abbandono della F.M.I. varie volte rientrate, il Fratello “vivace” abbandonò definitivamente la F.M.I. nell’aprile del 2015 preceduto (di poche ore) da un altro Fratello.

Serenamente e Fraternamente Arturus, Apis ed Orpheus hanno preso atto di ciò facendo propria la lezione che Toth impartisce a Poimander nel Corpus Hermeticum: “perchè, o Poimander, solo il simile può intelligere il simile”.

Nei confronti dei Fratelli (e della Sorella) che hanno intrapreso altre strade (spesso e volentieri flirtando proprio con quegli “ambienti di frangia” da essi stigmatizzati con le loro firme) nutriamo unicamente sentimenti di amorevolezza, di benevolenza fraterna; auguriamo Loro ogni bene, felicità, materiali e spirituali.

Come ogni lettore potrà aver ben compreso, le precisazioni riportate in questa pagina, viste le incredibili deformazioni della realtà pubblicate da alcuni (soprattutto da UNO), si rendevano però necessarie.



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